sabato 6 giugno 2009

POESIA ITALIANA


MARCO GIOVENALE
Marco Giovenale vive a Roma. Lavora in una libreria antiquaria. In rete la sua pagina principale è http://slowforward.wordpress.com. È redattore di http://gammm.org e di altri siti, riviste cartacee e blog italiani e statunitensi. Nel 2008 ha curato un volume antologico di Roberto Roversi: Tre poesie e alcune prose (Sossella).
Suoi testi sono comparsi in riviste e siti molteplici.
Tra i suoi libri di poesie recenti: Criterio dei vetri (Oèdipus, 2007), A gunless tea (dusie.org, 2007), La casa esposta (Le Lettere, 2007), Soluzione della materia (La camera verde, 2009), Chalk (La camera verde, 2009: edizione bilingue: testi in italiano e traduzione inglese), CDK (una prosa in inglese, edita da Tir Aux Pigeons, 2009).
Con la sequenza "Ira, inazione, ira" è tra i vincitori del premio Antonio Delfini 2009. È incluso in diverse antologie, tra cui il "Nono Quaderno italiano di poesia contemporanea" (Marcos y Marcos, 2007), e "Parola plurale" (Sossella, 2005).
Per il suo lavoro come artista visivo si possono consultare le pagine biobiblio sul suo sito Slowforward
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wam y ram

1
strano. chi può fare una cosa così ?
qualcuno che si è arrabbiato per il costo del rame troppo alto.

tante cose con i telefoni satellitari. li puoi clonare. per dire. ma perché bruciarli.

sono dei balordi. làsciali. non è una brutta idea però. sistemiamo il cartellone.

– 98 tralicci del telefono
– una land rover con su scritto “sheriff”
– “ultimo giorno” viene registrato come “chevrolet”
– il numero 533 è rimpiazzato dal 152 per legge
– quantità indefinita: “è pieno di piccole città in questo stato”
– una pistola paralizzante
– propano. batterie. due minuti.
– un paio di jeans da acrobata
– una bicicletta da donna

in quasi ogni altro ordine non funzionerebbe.

mi dispiace tesoro. ti chiamo quando arrivo. lo aggiungerò alla mia collezione. sono anni che se ne sta da solo sul versante sud. il capo vuole la certificazione e l’ispezione di tutte le sue attrezzature entro il 31. no. grazie ma c’è un aereo che mi aspetta. giochiamo a dadi per del tempo. sono dalla vostra parte. vado io. adesso è meno caldo.

questa è roba da gente malata.
sono tutti morti.
tutti i cani che avevamo.
non è successo da molto.
li troverò.
ci sono stati atti vandalici.
hanno fatto a pezzi il carburatore.
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[...]
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3.
il comandante dei vigili del fuoco interviene nel bar dove un commando di senzatetto ––

dice che mi libera una ––

prima o poi lo troveremo un po’ di tempo per ––

se non ti dispiace vengo con te vorrei salutare ––

ha distrutto la mia ––

li informa che stanno arrivando in massa con dei gatti al collo del fratello minore per ––

queste cose non succedevano da parecchio tempo io ––

c’è quella parola paralizzante di cui parlavo all’inizio quando ––

vuoi dire pistola paralizzante pistola para ––

14.
non sei di queste parti. vediamo che cosa ho capito. non lavori alla raffineria. non sei arrivato in aereo. ti avrebbero visto. il computer è fuori uso. il telefono è isolato. sbarrare le finestre. nascondetevi. cercalo. per tutto quello che ha fatto. ikos diner. è partito il generatore. schreiber. dobbiamo restare qui con lui. quando torna la linea ditegli di venire qui. finché staremo senza corrente comunicheremo con il ponte radio. andate alla tavola calda. ho sentito delle scale. ho sentito degli spari. ho sentito dire. ho sentito mangiamo e basta. ho sentito che non bisogna aspettare. ignoralo.

il melanconico non si lascia convincere dai fatti.

15.
va bene. lo chiama con il fucile. chiunque ha un generatore vada a casa. è più sicuro. rientrate nelle case e non uscite per nessun motivo. mangiamo e basta. sei stato bravo a portarli qui. non potete lasciare la città. tu e io siamo le autorità. abbiamo i walkie-talkie ce la caveremo. non puoi rifiutare il mio aiuto. se ti crea problemi usala. nessuno può soccorrervi. torna la luce. manca di nuovo la luce. non avete capito. non ritornerà più.

22.
si rimettono in piedi. guidali tu. rasenta gli edifici. proviamo a rallentarli. trappole per orsi. sulla 4x4. voglio venire con te. d’accordo. dormiremo a turno. razioneremo il cibo. e poi stabiliremo cosa fare. conosciamo questa città. càlmati e cerca di dormire. grazie. da quanto sei lì sotto. non potevo fare niente. la gamba fa male. ascolta. c’è un posto sicuro. ci andiamo ma non fare rumore. ho fame. come sei cambiato. la testa dal collo. voglio andare a waybay. wilson vieni giù. dobbiamo uscire da qui. sono centoventi chilometri. non ce la puoi fare. non puoi uscire lì fuori. non andare. aspetta. è mio padre. una volta eravamo così. ricòrdati di accendere il generatore. sta nevicando. appena possibile dobbiamo muoverci.

21.
ferma la macchina. ho visto delle ombre.
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RX 758
1.
sono arrivate segnalazioni di intimidazioni vorrei secondo voi 40 50 500 waterboys un po' di questa le polemiche non mi interessano

anch'io ci sto un po' attento ci state anche attenti voi vai paolo distruggendo l'ambiente circostante lou reed come posso non averlo riconosciuto

quale preferisci doppia rilancia di approccio alle relazioni internazionali è difficile per un presidente attaccare certo questo può avere dei rischi

pelosi spighe della camera degli stati uniti con il quale papa ratzinger torna a battere il tasto della difesa nazionale nonostante gli appelli sbloccato

riassegnare i fondi pubblici per il santo padre e ha colto l'occasione per illustrare che la legge morale gli appartiene e responsabile mi alleno anche sabato

anche per voi questo è bello nel momento in cui possiamo picchiare qualcuno povera stella senti laura invece per il massaggio come siamo messi

fai boxe thailandese fai un bagno caldo e vai a dormire c'è un olio particolare che serve solo per scaldare i muscoli un po' cannellato ci sei mai stata no

sarebbe bellissimo ma non avevo dubbi non per quello ma non amo il genere ma quando la scuola di bangkok è la più importante del mondo vedi

queste persone sedute l'anima si stacca dal corpo con dieci euro lo tieni dentro quattro ore mandate un segno due a zero vino ho capito la musica

la musica di peter gabriel è molto quando andavo al liceo c'era il cecchino grazie per essere stata in bocca al lupo per i prossimi ma

pubblicamente non tifiamo per nessuno sei in ottime mani una responsabilità sociale contro la natura umana fra il papa e denzel

un'iniziativa di voci tra le quali balla invece che ascoltare se stesso perché tutto questo urge domani dopodomani la richiesta è fatta due ore fa

roxanne lo sai perché hai ragione hai ragione te non è mica semplice quando basta e basta l'amore è un'amicizia sviluppata ma molti amori non così

non come rapporti di amicizia non si può tornare indietro è come dici tu che però hanno poi uno sviluppo quando tu dai tutto puoi chiamarti piano piano

si sta sbrinando tutto quanto

2.
la partita con l'empoli l'ha sempre sentita. come no. me le ricordo tutte. era una cosa molto dolce e necessaria. se è così sono d'accordo con te. è una donna matura. approcciare certe situazioni può far vincere sempre poco. affronta dei panorami che si addicono e si attagliano. ma non è chiaro a che.

vai ad affrontare un ambiente che fino a quel momento era un limite. poi diventa più difficile. è anche un problema di alimentazione. pensa che ho sbagliato temi morali. rispondi. i democratici controllano delle tele molto ampie. le spedizioni verranno cancellate durante la gravidanza in tutti i paesi occidentali.

una sentenza. era per la sopravvivenza. il cinque per cento delle sue reali capacità di attore e di straordinario doppiatore ha dato il grande successo. impatto zero. possiamo ormai dire che i digiuni sono il passato ma anche il presente. la fame ci fa ricevere.

lo stato è e resta fuori legge. le istituzioni restano fuori legge. caratteristica di illegalità. nelle situazioni nelle quali ci veniamo a trovare. vieni per caso. danno una mano. un nono amore di notte. lo alzi lo vedi crescere. lasciare meno tracce è l'impegno di rena.

non solo musica. young girl. per il batticuore un minuto dopo l'una. il battello l'ho preso. era proprio un mio intercalare. non ha niente a che vedere come il romano lo scudo romano l'intercalare. gli ho cambiato l'accento mi inchino. arredare una casa non basta. ciò che conta è creare il giusto equilibrio.

tutto per aumentare il tuo benessere secondo i dettami della competenza di ottimisti. non ci sta. corde che passano per strada e diffondono. vittime. non siamo assolutamente cotti. anzi siamo convinti che l'italia uscirà dalla crisi entro il 2009. che ritengo quasi volontariamente o involontariamente un inno.

c'è un ragazzo che diventerebbe oppressivo. c'è il rapporto contrario al legame così oppresso che ti fa capire la vigilia dell'incontro con l'osservatore romano. poveri secondo il mondo. potente da far abbordare su di voi ogni grazia in ogni cosa tutto quello che vi è necessario.

per ogni opera buona subire quello che si sta dicendo. parlare con le mani. con i gesti. quindi disse ai suggeritori. le nozze sì sono pronte ma gli invitati non ne erano degni. brulicare è una posizione di newton per il mac. è un invito rivolto a tutti. generico.

andate e chiunque troviate lasciatelo entrare. la prima cosa degli abitanti è una categoria speciale. scelta alla base dei patti. era il destinatario. ora il primo partendo tutte queste cose. a questo punto però non è fatta nessuna possibile. cattivi e buoni. chiunque incontrate. fanno un euro se si mettono tutti insieme.

leggiamo il sondaggio preferito di nostro signore. il padrone di casa dirà cenci e donne e c'è ancora posto. vai fuori e qualsiasi ne andrà. servono della città. vai fuori. che sottolinei ciechi e zoppi. lungo le scie. è l'invito a nozze di un re. arriva ai preparativi. non per quel luogo. ve lo dico per come vi è stato detto già.

vai alla stazione. vai al metrò. tutta quella gente che trovi là nei marciapiedi. gioie di dolori se non ha una fetta di te. lo stesso futuro e lo stesso essere. questa è la reazione a caldo. leggeva una pagina e la ripeteva istantaneamente senza doverla rivedere. è stata la serata delle coppie.
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RAFFAELE PIAZZA

Vive e lavora a Napoli presso l’Università Federico II come tecnico elaborazione dati. Secondo lavoro Collaboratore esterno a Il Mattino alla cultura. Collabora e ha collaborato con numerosi settimanali, mensili, quotidiani. E’ poeta e critico letterario. Ha pubblicato "Luoghi visibili" (Amadeus, 1993, finalista al premio Lerici Golfo dei Poeti 1994), "La sete della favola", Amadeus, 1994, e "Sul bordo della rosa", Finalista al Gozzano 1998 e Selezionato al Camaiore 2000. E’ redattore di Poetry Wave Vico Acitillo 124 www.vicoacitillo.net. e ha pubblicato poesie su molte riviste.


Verso l’autunno
1
Fiorevole via serale della concentrazione
dei desideri (albicocca fragola pesca)
in quel convergere del tempo in un
punto solo. Si sfalda la marina d’agosto
contro l’azzurra montuosità delle cose
da riscoprire, le foglie di eucalipto
nei libri letti due anni fa e i granai sono
pieni e

2
fiorevole Alessia sulla via della vita
se il posto è Ischia, se esiste un amato,
e tende mani affilate a nuovi frutti
diciotto anni contati come semi:
pareti dell’aria di vetro non s’infrangono
al gelo del vento nella mente:
accende una candela sul bordo del mare e

3
tutto accade in un trasmigrare di cavalli
bianchi, nella notte di vedetta al porto
dei sogni e le scie a pettinare il mare
e i capelli, protesa al ramo del risveglio e

4
domina variabile cometa sul telefonino
a squillare nello svegliarsi nel freddo
dell’alba e lenzuola a levigare un sogno
e due amiche alleate per difendersi
con forbici senza sangue in tre a
ritagliare la vita.




Il mare e Libera
1
Volano di platino sul mare rondini simili
ai jet dei nostri figli
nella chiostra di culla la
neonata grida: attenzione!!!!!!

In quello spazio teso di salsedine
dell’ Oceano Libera (9 anni)
mette il mare nel secchiello e


2
in quel sottendersi dell’aria
l’orizzonte divide terra e mare.
e bene e male.
Libera vede venire lo squalo
bianco tra le onde color morte e

la salva una forma di padre
sulla sabbia Libera è felice
e Achab sorride per il bianco
dello squalo il bianco
ucciso di Moby Dyk invincibile e

3
volano rondini di platino
che ti, assomigliano Libera salva
disegni la vita e il marinaio
ti regala di conchiglia un amuleto e

4
passano i delfini con i figli
e dicono: vai in un altro mare!!!!!
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GAETANO TESTA
Gaetano Testa è nato a Mistretta nel 1935. Ha pubblicato : " S.p.a. ", Feltrinelli, 1963;
" 5 ", Feltrinelli, 1968; " L'idea del consumo ", ( con Elio di Piazza ) Flaccovio, 1973;
" Borno ", ( con Francesco Gambaro ) Perap, 1990;" Azzonzo " Perap, 2001; " Kleenex ", ( con Francesco Gambaro ) Flaccovio, 2003;
" Personali ": Gibellina, 1983 - Ars Nova, 1992 - Teatro Biondo, 1999

CARTE VOLANTI 71, 73
1971
Mastralf
sposarsi a 36 anni ha una sola bontà - capire che l'Errore è qualcosa che non si può Correggere
perciò pensare alla rivolta è facile e sembra anche molto proficuo
ma io da tempo non penso più alla rivolta
penso piut­tosto che il matrimonio si possa trasformare in ine­spugnabile nascondiglio
anzi io stesso cascandoci sollecito mi sen­to divenire nascondiglio
é una storia piena di stranezze impercettibili e quotidiane

ora ci sono le faccende infinite della stupidità corrente - mi massacrano mi impastano mi sbattono nel duro - non riconosco la cosa che divengo - la debolezza estrema il non credere nella resistenza l'essere indaffarato con le non meno infinite faccende del mistero incombente escludono che io possa farmi una qual­siasi minima ragione di ciò in cui mi trovo
*

non accade altro nell'Universo se non risonanza di congetture improprie
può leggermente deprimere la limitatezza del campo dei 'giochi domestici' della conversazione a let­to o sul divano
distruggere l'intelocutore (l'io) diviene inevitabile

mi sposo e flotto verso l'altro mondo - quello che ai sogni sostituisce il SONNO - altra Anatomia

non faccio proprio niente per dare o togliere senso alla faccenda - cerco soltanto di entrarci elettromagneticamente - il che (ecco il divertimento) crea correnti f i s i c h e infernali e inattaccabili

non escludo un duplice crimine a) l'assoluta inerzia b) la noia cubica


1973
(ra - 7 mesi d'età - dormendo rotola ritmicamente dal punto a caldo e sudaticcio al punto b fresco e asciutto e dal punto b al punto a - per tutta la notte nel suo lettino con braccia e gam­be allargate)

la crisi energetica.
*

il MOVIMENTO
in relazione al rumore
è costituito da classi diverse d'urto

stabiliamo le curve del rumore (e del mo­vimento)
e stabiliamo che le sue fonti principali siano
a) urti di materie fragili
b) voci umane e animali
c) fischi artificiali e naturali
d) scoppi di a) b) c) e d'altro
*


"Piccolo Corale"
lª ipotesi
(la intitoliamo qui SCORPORAZIONE o EPIFANIA o CICATRICE o come si vuole)

un uomo (ovviamente 'chianchiere') porta in scena un agnello già scannato (scannarlo in scena sarebbe meglio)
porta strumenti vaschetta secchio tavolino sgabello gancio
dovrà 1) sventrare e vuotare l'agnello 2) scuoiarlo 3) farlo a pezzi 4) portare via tutto - anche se stesso
data l'estrema fisicità dell'azione si possono adotta­re misure di discrezione a) situando l'azione ai margini b) operando con ombre)
al termine la carne potrebbe essere donata - o svenduta - al pubblico.

2ª ipotesi
un uomo (o una donna) cuce pezzi di stoffa (o carta)
alla fine appende ciò che ha cucito
potrebbe trattarsi di a) una grande fica disegnata o dipinta di quelle che si trovano nei manuali di anato­mia b) qualche altra immagine (un ulivo alla mon­drian prima maniera una banconota da 5000 dollari etc)

2ª ipotesi bis
potrebbe di trattarsi di un pittore (o una pittrice) che disegna e alla fine appende bene in vista ciò che ha fatto e va via

3ª ipotesi
una donna (o un uomo) appena alzato dal letto (più o meno nuda/o) che va in bagno fa pipì e pupù che si azzizza e che alla fine irreprensibilmente vestito/a spegne e va via
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STEFANO SERRI
(ritratto di Antonia Calabrese)
Stefano Serri, è nato nel 1980 nella provincia di Modena, dove vive e lavora come infermiere. Laureato al Dams di Bologna (indirizzo teatrale), ha pubblicato il romanzo Combattimento di due amori, Ed. Il Foglio, 2005 e tre raccolte di poesie: Una mistica delusione, Libroitaliano, 2006 Canzoniere per Marina Cvetaeva, Manni Editore, 2007; Una fede rossa, Incontri editrice 2008. È risultato vincitore nella sezione Poesia del Premio letterario “Città di Sassuolo” 2006 e vincitore del premio di poesia “Omaggio a Mario Luzi” 2007.

Inediti
PICCOLA BIOGRAFIA

1. SONO SCAPPATO DA SOLO

Il primo pianto senza cosa pianta,
in un pomeriggio mentre il sole
dimostrava di essere il più forte
e s’ingoiava noi e le nostre ombre,
nessun sfidante ancora ad affacciarsi,
sono le quattro, il tempo è esploso.
Sono scappato da solo, mentre piango.
Io nel giardino non so entrarci,
troppo affilata la cornice verde
di questo quadro arso, resto respinto.
Un’enorme animale distruzione
vista in televisione, dove il mostro
prima di essere sconfitto uccide
e maledice i vivi, senza rimedio.
Nessun eroe può far tornare indietro.
Errare a sette anni disperati
nel mistero sempre giovane di giorni
che prima o poi si possono fermare,
ecco perché, senza cancello e chiuso,
sotto un letto senza più coperte,
quel giorno io sono stato pianto.

2. CATECHISMO

In quel salotto quasi stomaco d’arca,
nella folle fendente di bambini in ascesa
verso una redenzione già avvenuta,
pronti per farsi precipitare in bocca
Cristo in carne, una donna in mezzo
raccontava la Pasqua, il viaggio sabbioso
di un angelo pronto a tagliarti la fronte
se non sai che in casa il sangue si versa.
Io, sulla tavola a quadri, non seguivo
l'agnello e suo figlio, ma guardavo la porta,
la porta di legno che andava in cucina
dove aspettava la torta e un’acqua gassosa.
Il bordo di quell’uscio non ancora tinto
era impossibile lavarlo; era chiuso,
era già rosso, la chiave non c’era in giro.

3. MEMORIA

A scuola studiavo le vittime:
credevo che un’epoca è possibile
solo se quella prima si sacrifica.
Con le mie mani vuote d’olocausto
sfogliavo pagine che torturano
con l’eco il corpo presente.
Una volta che è stata, una verità non smette:
il freddo di docce gassose, la livida razza,
la cenere troppo rimane, nella gola
vittime da una parte e dall’altra.
Come si respira se un morto
t'infila le dita nel cuore e con gli occhi
ti scardina ogni orazione? Sul banco
guardavo il cielo: era l’impero
dell’azzurro, e lo volevo suggerire a Dio
di usare solo quel colore d’ora in poi.
Erano in aria tutti i fratelli scomparsi,
dicevano il nome soltanto se in alto
una nuvola chiedeva scusa. Non potevo
imparare a memoria le date, perché
il presente non si calcola, si perdona.

4. SENZA MAPPE, SENZA SOSTE

Ho imparato a leggere per strada:
dai testi sacri degli umani costati,
da Libri che la sera non vanno a letto
e aprono inizi in vene rotte.
Credo che è sacro il ritmo del cuore,
anche se sembra restarsene immobile –
come un ragazzo oggi salta il Tempo
dalla sua soffitta al mio petto eterno.

Passo sopra un ponte e divoro
un sacrificio più chiaro del sole:
mi sono perso in mezzo a una croce.
Così percorro la città tra visi gelidi –
li brucerò davanti a loro i miei momenti,
sperando di far luccicare l’occhio,
di alleggerire il naso di una ruga.
Non sai quanto mi costa rimanere in camera
dove la mia poesia diventa una spirale
non conoscendo la gioia di adocchiare
il vicino di banco, anche se l’ultimo posto
rimasto vuoto nell’aula è il migliore
per osservare e amare, prima di sentirsi dire
comincia la lezione, comincia ad imparare.

Senza appunti, senza mappe, senza soste
apprendo dalle schiene dei compagni:
con passo di speranza va percorso il mondo
rovistando tra cartacce con certezza bianca;
in ogni angolo c’è il vivere che avanza.
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GUALBERTO ALVINO
Gualberto Alvino (Roma 1953) ha dedicato particolare attenzione all’opera di Antonio Pizzuto pubblicando, tra l’altro, in edizione critica Giunte e virgole (Roma, Fondazione Piazzolla, 1996), Spegnere le caldaie (Cosenza, Casta Diva, 1999), Ultime e Penultime (Napoli, Cronopio, 2001), Si riparano bambole (Palermo, Sellerio, 2001) e i carteggi del prosatore siciliano con Giovanni Nencioni, Margaret e Gianfranco Contini (tutti editi dalla Polistampa di Firenze). Fra i suoi lavori più noti ricordiamo la raccolta di saggi Chi ha paura di Antonio Pizzuto? (Firenze, Polistampa, 2000, introduzione di Walter Pedullà), gli studi sulla lingua degli autori adunati in Tra linguistica e letteratura. Scritti su D’Arrigo, Consolo, Bufalino (Roma, Fondazione Pizzuto, 1998) e la curatela dell’ultima silloge poetica di Nanni Balestrini, Sconnessioni (Roma, Fermenti, 2008). Nel 2008 ha esordito nella narrativa con un romanzo dal titolo Là comincia il Messico, vero e proprio manifesto della sua visione critica.





Dalla raccolta inedita
Da caccia, da séguita e da ferma. Distassie del melo e della folgore

Mal di testo
A Marzio Pieri

in questa prima fase consacrata a memoria e suoi cedimenti
la presente comunicazione intende riferire
che il desiderio sia metonimia del mancato essere
non sarà questione dappoco è chiaro
bisogna riflettere il maestro barocco lo fa disteso
sulla scranna inchiodata al centro
della stanza un segno rosso in terra a forma d’O
ha bruciato tutti i libri
antimeridiano sui 70 il cervello pieno di bassi
continui muove un ciglio solo se il disco
s’incanta a guardare il fiume là fuori sbatte contro
argini d’argilla dunque si muore pezzo per pezzo quando la mente
meco medesmo della mia pochezza
non mi sovviene dove sia quel passo anche
le parole dei libretti che pure un tempo scandivano
il nome mio nessun
dimentico perfino d’aver
dimenticato che razza
di sintomo sarà lo stesso per mia moglie perde pipì
a ogni colpo di tosse ma la vedo sempre giovane
le trecce il mandolino la pancia da succhiare è questo che
ti perde la sensazione di non farcela
non basti mai alle situazioni le barche di posta
ti disanimano gli amici perdonino le mie
manchevolezze solo un moto logico
la traslaterebbe in tutta la sua estensione
sancta simplicitas obliosa inerzia
niente di fortuito veramente
mantenerci in lena da un capo all’altro del testo non trovate
sia precisamente un atto di demenza?
ne sono posseduto e lo possiedo
se niente è escluso a priori dal poetico non vedo perché poetare
puoi far versi finanche sul callo in fronte
del guerriero masai che ti serve
la quattro stagioni sul palmo della Venere ottentotta grattandosi
l’inguine io dico
l’arte ha il dovere preciso di costruire immagini sottrarre scavare
tane tale indecifrabilità ed esorbitanza
mai achevée
soltanto interrompue
senza reciderne l’origine
non sarà forse inutile ribadire che il sistema ergo si attua
a onta delle additate aporie col solito rituale
condensazione/spostamento
trasposizione/simbolizzazione
a stato di vigilanza perenne
ho un figlio armato la smonta in tre pezzi prima
di dormire la cellula generativa del testo sgorga senza che noi
com’onda al primo margo
dall’interno della costa verso il mare giù giù
pei declivî non è affatto essenziale definire la testualità del testo
nei punti demarcativi del sistema avviene sempre
comunque sia
quel che importa è il ritorno speculandone
la tipologia le fattispecie in tutta la varietà dei loro occorrimenti
Madame Edwarda straziata dalla valanga
trisma significa infatti che la mascella non può più
hortus exclusus
guai se se ne perde il vezzo
in re
passa una barca prendiamola


Il distillatore su ruote
Per Aldo Mastropasqua, lupo

sono dici sempre a un filo dal capire work
in progress ma di scrivere
il libro della vita non se ne parla benché
non me ne lagni né lo dica
d’altronde potesse questo essere il mio
stato perpetuo non vedi la macchia sulla schiena i calzoni
slacciati mi perdo le stringhe
visto l’amore che ti porto scusa
se non rispondo sùbito è che l’archivio il dottorato gli esami
il futurismo il cuoco giapponese lo spazio per i
libri su libri più ne sballo più non riesco davvero
premorirti sarebbe il peggior
carissimo non è assolutamente un’offesa come dicono
nel caso significa tutor
abbracci
fa’ conto
il taglio di luce lilla che mangia l’intelaiatura
guarda come nutre lo spirito ho nella casa
nuova mille anfratti nicchie sembrano fatti
apposta tu che sei bravo col legno potresti per caso
il giardino è pieno di prese prolunghe piani
d’appoggio non bastano mai puoi lavarti
alla fonte l’ho fatta con le mie mani vino sfuso insaccati di Puglia
l’orinatoio è a un passo acqua di pozzo
un bosco di platani ride pensa due volte al giorno c’è anche
un cinghiale di pochi mesi con gli occhi da filosofo
asciugatoi a iosa io mi siedo e ti guardo avrai certo notato
la cornice sfondata dalla prospettiva
il supporto poverello i lucini
un segno fuoresce dal margine destro quasi stesse
lì ad origliare che so a spiarci la vinaccia
si ossida arriva il moschino poi diventa
acida la grappa di vinaccia acida
è schifosa bisogna buttarla il distillatore dev’essere
tempestivo informarsi del giorno
esatto della vendemmia precipitarsi col trabiccolo dopo
averne bene oliate le ruote dal fittavolo che
l’ospita per una notte è scritto
gli dà tizzi fuoco alambicchi pizzuti
entra
mangia
non te ne curare
senti questo
bevi
e quest’altro che dici?
via il guanto scàldati la mano
è mia figlia
ne ho tre e non so più quante mogli
la piccola piange polacco hanno un modo tutto loro di
Cutufina sulle tracce del padre àtafo mai visto
l’explicit in Desdemona
dovrei riverniciare le pareti ma di cambiare
casa un’altra volta non se ne parla ne ho incignate
a decine papà diceva sì che del porco
tutto serve ma il letame è inutile perfino come concime qualcosa
vorrà certo dire
staminali eutanasia
il monito del papa a ore 12
che la sincerità sia elemento imprescindibile
è da vedersi senz’altro presso le Vetrerie
un passaggio con l’ombrello
vado a mangiare niente di che un’ala due foglie
d’insalatina la mensa costa poco sciarra significa lite
scrivimi ti prego una prefazione
anche di poche righe
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CRISTANZIANO SERRICCHIO
Nato a Monte S. Angelo sul Gargano. Laureato in Lettere nell’Universtà di Roma, ha insegnato ed è stato preside nei Licei. Vive a Manfredonia. Ha pubblicato saggi storici, archeologici e letterari, articoli e recensioni su varie riviste e giornali. Opere di poesia: Nubilo et sereno (1950), L’ora del tempo (1956), L’occhio di Noè (1961), L’estate degli ulivi (1973), Stele daunie e altre poesie (1978), Arco Boccolicchio (1982), Topografia dei giorni (1988), Questi ragazzi (1991), Poesie (1992), Orifiamma (1993), Soffi di petali-haiku (1996), Lu curle –poesie in dialetto-(1996), Polena (1994), Riverberi di fine millennio (1997), Il tempo di dirti (1998), Stele daunie –ediz.ampliata- (1999), Le orme (2001), Villa Delia (2002), Una terra una vita,(2007), Echi di Haiku (2008), Tu forte montagna, CD (2008), La prigione del sole (2009). Opere di narrativa: Le radici dell’arcobaleno (1984), Il castello sul Gargano (1990), La montagna bianca (1994), L’Islam e la Croce, (Marsilio, 2002) Premio Palazzo al Bosco, Pizzengùnghele (2005). E’ presente in diverse storie letterarie e antologie, fra cui Gli scrittori e la storia di M. Dell’Aquila (A. Signorelli 1986), Storia della letteratura italiana del Novecento di G. Spagnoletti (Newton 1994), Melodie della terra di P.Perilli (Crocetti 1997), Il pensiero dominante di F. Loi e D. Rondoni (Garzanti 2001), Parole di passo (Aragno 2003), Nuovi poeti italiani a cura di F. Loi (Einaudi, 2004).



Inediti





ECCO, MI DICE IL SALMO
A Nadia Cavalera





Ecco, mi dice il Salmo, tu sei tra quelli
che scende in mare sulla barca
e ara le grandi acque avanti e indietro
come il suo privato orticello.
Là è la sua casa, la sua scoperta,
vive sul mare come il delfino
cercato e perduto, nascosto
tra gli anfratti e le onde vitali,
e sfiora e scala le cime inviolate
dove il sole, vela fiammante,
ad ora ad ora vieppiù lo sospinge
inrosandole di luce e di mistero.
Per anni non conosce né terre
né approdi già vivi nella memoria,
ma quando a un’alba nuova scopre
in lontananza svettare a prua
la cima d’un tenero alberello
dà forza ai remi e nell’aria
aspira fiori ed essenze diverse,
tal quale il gabbiano senza terra
cullato al sonno dalle onde
ripiega l’ali al letto del tramonto.

Salmo CVII, 23-24
Ecco, quelli che scendono in mare sulle navi,
che trafficano nelle grandi acque…

7 giugno 2009





L’Aquila - Calvario 2009
Bianca la piccola bara
sul cuore di quella materna –

Spenti gli occhi dal terrore
tra il fuoco sanguigno dell’inferno
e l’alba del Cristo risorto.

Ferita in un solo battito d’ali
l’Aquila
nella notte inesausta dei crolli,

e
quanto lontano il volo
sulle cime ariose di neve
e cupa la conca vasta del silenzio.

Solo il fiuto irrequieto dei cani
e le mani, infinite mani
dentro il buio
di urli spezzati e di pianti.
Scavano sogni e speranze.

Rialza il viso
almeno tu, frate Celeste,
le braccia in croce
fra tremiti di macerie
nella Città morta.

Durerà nel tempo la tua
voce che grida
e su tutti invocherà il sì del perdono-
tu così solo
sino al sorgere della luce,
quando che sia,
di un giorno che non avrà fine.





Pendola Deco
Questo battito lento di goccia,
andirivieni misurato di pendolo
all’infinito, scava solchi profondi
sulla pietra del viaggio
e il suono scandisce nel vuoto
i passi sgomenti del silenzio.

Cadono duri colpi di sillabe
a spezzare il cerchio del tempo
e il viluppo di fuoco
brucia la preghiera del salmo:
volgiti indietro e corri
al sole che ribattezza il cielo.





L’anima dell’acqua
Forse troverai ancora la quaglia
acquattata nel ciuffo di stoppie
secche sull’argine del greto
a difendere l’ultimo nido.
Ma non avranno i nidiacei
che spighe abortite, pozze
crettate alla canicola del sole.

Un tempo sterminate messi
ondeggiavano al favonio estivo,
quando i dauni capanne rotonde
alzarono lungo i fiumi barattando
anfore colme di grano coi vicini.

Qui dove per tratturi di fango
torme di schiavi passarono trascinandosi
donne e bimbi magri come greggi,
fra giunchi marci bufali villosi
muggono immersi fino alle corna.

E l’acqua ha l’odore delle cose
morte attorno al fico contorto
solitario tronco sull’immobile
ristagno d’erbe putrescenti.
Un giorno forse dallo spirito del cielo
l’anima dell’acqua scenderà sulla terra.





Afasia del gatto
Erra ramingo, qua e là incerto,
e a tratti miagola e si trascina
a stento da un cespuglio all’altro,
in deliri senza posa quasi umani
di vaneggiamenti, se non vedessi,
poi, l’informe arruffio dei peli,
bianchi e neri, raggomitolarsi
arreso al tepore ultimo
del sole sulla stuoia tesa.

E una mano sollecita viene
e trepida ti accarezza a darti conforto
col cibo che ti porge e indifferente
fiuti, ma tu col filo chiuso
delle pupille ascolti la voce,
forse presagio o preparazione oscura,
in questa incerta luce fra ramo
e ramo, d’un segnale estremo,
il tuo silenzio d’abbandono.

30 gennaio 2009






La parola
Come d’autunno
lieve una foglia
dal suo ramo si stacca,
così vibrante
e senza paura
da me finalmente libera
t’allontani.

A qualcosa di molto alto
t’innalzi sospinta
verso la vetta
da un vento glorioso,
e per vie misteriose
fiorisci sublime
fra l’albe primigenie del pensiero.

E’ la meta che devi raggiungere,
fremente ala di vita,
malinconica e insoddisfatta,
se non vuoi
non essere mai esistita,
fissa sul ramo
contro il cielo.

A quel brevissimo
raggio di luce
appunta il tuo segno
dalla chiusa valle
al vertice del monte,
creatura spaurita,
in attesa della bontà del sole.







Dio conosce il mondo
Dio conosce il mondo Mi guardo dentro ora
ma io come sono realmente? e ascolto e riconosco
Non so, se tutto avvolto, intorno, il tuo grido di collera,
dal nostro morire dentro mio Dio; ma, di grazia,
scopro solo croci e deserto. disperdi la lunga notte
e al cuore in cui ti specchi
Il fuoco del Fiat non il mio singulto di cenere,
perennemente in piena ma il candido bagliore
scorre per lontane galassie del tuo sorriso ridona
impercettibili all’occhio cieco, e al pianto del bimbo
caron dimonio forse la mano sul capo per vederlo vivo.
o impronta di cherubica luce?
Cerca cerca affannosamente
spazi rotanti in gestazione
nel sublime azzurro dell’universo.

Ma come freddo il gran vortice
che ci sovrasta.
Su ogni luogo, per colpa, vedi,
riversa il disfacimento
e nega la luce limpida del sole.

Creature erranti senza meta,
terre mefitiche e mari
schiumosi di veleni,
cieli senza più canti alati,
città e villaggi
inondati di sangue e pianto.

E Dio tace, ma solo ieri,
ieri, quanto remoto,
nei cinque cerchi dei continenti,
agli orizzonti di ciascun alba,
laudato sii, mio Signore, si udiva,
cum tucte le tue creature,

alle foglie e agli uccelli,
il cantico
ovunque dell’umile fraticello,
e nelle case e nelle navate
inebriava di letizia
infirmitate e tribulatione..

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