venerdì 1 gennaio 2010

Emanuele Schembari

Schembari Emanuele è nato a Ragusa nel 1936. È giornalista professionista in pensione. Ha diretto per dieci anni la televisione privata “Teleiblea”, è stato redattore capo, per cinque anni, della televisione “Tele Nova”.E’ stato il capo dell’ufficio di corrispondenza per la provincia di Ragusa del quotidiano “L’Ora” di Palermo dal 1976 al 1990. E’ stato fra i fondatori del Premio Ragusa “ Un ponte per l’Europa “. Ha diretto periodici e riviste letterarie ( “ Il pernacchio “, “Tabellarius “, “ Cronorama “,“ Quale Cultura “, “ Scrittura “, “ La Marianne “, “ Il settimanale della Provincia di Ragusa “, “Pagine dal Sud”). Ora è direttore.e vice presidente del “Centro Servizi Culturali di Ragusa”, presidente del Gruppo Culturale “Mario Gori ”, e coordinatore regionale, per la Sicilia, del Sindacato Nazionale Scrittori.
Ha pubblicato tre libri di narrativa (“Le favole dei bottoni”, 1990; “Le macchie sul muro”, 1993 ; “Quelli del Turati”, 2000 ) e due di saggistica (“Tre discorsi per il recupero dell’infanzia isolata”, “1970: Calabria – Cilia: Il colore della contraddizione”, 1991 ). Ha curato due antologie (“Poeti contemporanei della provincia di Ragusa, 1986: Dalla lama del giorno”, 2002 ), il “Dizionario biografico degli autori contemporanei, 1994” e gli “Atti del Convegno La poesia del secondo novecento siciliano”, 1998.
Poesia: “Dove rimani viva”, 1968; “La transizione rabbiosa”, 1972; “Questione di misura”, 1973;
“La rivoluzione immaginaria”, 1974; “La progettazione magmatica”, 1980; “Il poligono circoscritto”, 1988; “I fiori, il tempo”, 1989; “Il poker della vita”, 1994; “Il meccanismo dei mulini di vetro”, 1996; “Aldi là del calendario”, 2005; “L’orologio elettronico”, 2006; “Le ombre delle illusioni”, 2009.



POESIE


Il Poligono Circoscritto

 
Ora che s’avvicina il tempo dei bilanci
al declinare di passioni e di prospettive
tutti i ricordi diventano fantasmi
e svolazzano come lenzuola stese al sole
agitando le ali riaffiorano i volti
che si confondono nei tempi e negli spazi
la vita va rarefacendosi assottigliando
il nastro per un registratore senza suoni
resta il timore di una realtà opinabile
una traccia di esistenza dai labili indizi
una macchia sul quaderno dei resoconti
il soffio di un sogno dimenticato
si fa presto a parlare di attività collettiva
se la tarantola della memoria si arrampica
su un muro bianco inseguendo risposte
si accorcia lo spazio tra le attese e l’arrivo
in un gioco ripetuto che si conclude
quando le forme non avranno forma
e la speranza sarà un poligono circoscritto.

( Da: “Il poligono circoscritto ”, 1988 )




La Corrente


Siamo tutti coinvolti ormai nessuno escluso
bisogna adeguarsi al filtraggio storico
che ci vede come fari nel voler mantenere
ci affidiamo alla corrente galleggiando
nei confini che intercorrono tra il nulla
e le ideologie all’interno del meccanismo
del teorema effimero e impalpabile
abbiamo dimenticato di bruciare tutto
quando s’era capito che bisognava distruggere
le radici dei miti le bandiere le credenze
le illusioni il dio patria famiglia
abbiamo perduto l’autobus in progetti
mentre costruivano il mondo per avvolgerlo
in cellophane e consegnarcelo in omaggio
ma libertà è non accettare dialoghi
in questo momento di riflusso
anche l’opposizione diventa complicità
combattiamo il sillogismo che vuole
comprare il nostro assenso dove ogni uomo
è minaccioso con l’altro converrebbe
restare all’interno della grotta
e colpire con la clava ogni visitatore
distrutte le risorse naturali
bisogna cambiare il sistema dei valori
rimane il circuito intermedio
dello stadio fra il mentale e il sonoro.

(Da: “Il poker della vita ”, 1994 )




Tornando Indietro


Avremmo avuto legare gli anni a mazzi
come si fa con l’aglio nel meridione
per impedire che volassero succedendosi
l’uno all’altro senza tregua senza pietà
per restare sospesi fra i dieci e i vent’anni
quando stendevamo un ponte verso il futuro
mentre tra filari di mura a secco giaceva
la campagna e passavano giorni sempre uguali
fino alle visite nelle grotte con i sassi
e le lucertole al marinare della scuola
alle feste dei ragazzi coi dischi a 78 giri
Harlem notturno e Smoke gets in your eyes
con letture da Salgàri a Pavese
fino d arrivare a Joyce ed a Kafka
quando tutto veleggiava verso uno spazio
come barche di carta in una vasca di zinco
ma ognuno di noi s’è perso trascinando
la propria valigia di memorie riempita
frettolosamente nella speranza di poter pagare
quei debiti cui non si può far fronte
tornando indietro solo col ricordo
nella rinuncia alla speranza in una realtà
che non ha più né fine né principio
alla ricerca dell’incoerenza felice
in cui perdersi col ritorno alle origini.

(Da: “Il poker della vita ”, 1994 )



Al Di La’ Del Calendario


Sfugge la vita a cui stiamo aggrappati
mentre si sono persi valori e sensazioni
e restano solo i ricordi a bruciare
in un falò di battaglie perdute
sullo sfondo della recita quotidiana
ce ne andremo seguendo il filo inesorabile
diminuiscono gli amici a cui telefonare
e con la loro progressiva sparizione
anche noi ci diminuiamo siamo rimasti
in pochi a ricordare gli stessi ricordi
si assottigliano le probabilità di rivivere
certe sensazioni e i progetti svaniscono
rimane solo la grande pietà per noi stessi
alla ricerca di ogni giorno che si stacca
e scompare ciò che esiste solo nella memoria
per le persone che non rivedremo più
noi siamo rimasti al di là del calendario
a rubare ogni ora di luce e di respiro.

(Da: “Dincolo de calendar ” – “Al di là del calendario ” –, 2005 )




L’ Orologio Elettronico


Talvolta vorremmo lasciarci dondolare dalla vita
con il ritorno dei ricordi e la scomparsa dei sogni
non sappiamo se domani ci sarà una rosa a sorriderci
o una spada d’argento presi dai giorni dirompenti
non troviamo il tempo di immaginarci o di guardarci
allo specchio per scorgere se qualcuno o qualcosa
ci attende sul filo che si accorcia quando aumentano
le cose da dire dall’alto delle memorie che affollano
lo spazio che ci resta e intanto viene costellato
di morti questo lungo percorso tra vuoti a perdere
e domande destinate a non avere risposte nel tempo
che lascia dietro di sé lampi di gesti immotivati
così tutto ci scivola tra le dita in un succedersi
di giorni implacabile come un orologio elettronico
che vorremmo fermare di cui non sappiamo il meccanismo.

(Da: “L’orologio elettronico”, 2006 )

Vita E Morte


E’ la vita che non mantiene le promesse
perdendo gli appuntamenti con se stessa
sprecando in vane attese rotoli di tempo
imboccando lunghe autostrade senza uscita
ma la morte è puntuale come un orologio
taglia il traguardo sempre al primo posto
colpisce proprio al centro del bersaglio
chiude i discorsi senza perdersi in dettagli.

(Da: “L’orologio elettronico”, 2006 )




Le ombre delle illusioni



E’ la strega di Biancaneve la bella regina
che interroga lo specchio delle sue brame
la prima memoria di cinema dell’infanzia
i sette nani che cantano e marciano in fila
con il principe in groppa al cavallo bianco
che sveglia la fanciulla dalle guance rosa
e il mondo tutt’intorno si dilata sconfinato
attorno alla casa sulla piazza e il giardino
che avvisto dal balcone dove passeggiano
i gatti del quartiere a darsi appuntamenti
che si concludono tra contrasti furibondi
la mamma è una tenera coperta di calore
mio padre un esperto dalle infinite facce
mi racconta le storie dei libri d’avventure
il lampadario delle immagini mi conduce
ai capelli lunghissimi della cassiera bruna
del cinema Marino che vedo in fotografia
sulla tomba al cimitero adiacente a quella
dei miei genitori dove sarò posto anch’io
attraverso lo schermo sogni bianchi e neri
con l’adolescenza di là da venire e la vita
si nasconde nel guscio vuoto dell’ostrica
la capanna oscillante sul vuoto di Charlot
il pollo gigantesco inseguito dall’omone
i chiodi spolpati della scarpa con i lacci
come spaghetti attorcigliati alla forchetta
nella patetica danza dei panini dell’attesa
sulla sinfonia dischiusa dagli avvenimenti
io non riesco più a ricordare come si vive
prima della guerra e della lacerante sirena
mentre si ascolta lo scoppio delle bombe
tra urla spaventate di mamma e della zia.

(Da: “Le ombre delle illusioni”, 2009 )

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